IGN Retro: i 5 migliori giochi di Indiana Jones (2024)

Con la prossima grande avventura videoludica di Indiana Jones in arrivo tra meno di un mese ho pensato che questa fosse una buona occasione per ripercorrere la carriera del famoso avventuriero impersonato da Harrison Ford in ambito di videogame, ricordando quelli che reputo i migliori cinque giochi che lo hanno come protagonista. Senza voler necessariamente stilare una classifica, li elenco qui in ordine di uscita, partendo da quando il dottor Jones era poco più di un ammasso di pixel armati di frusta. Ovviamente mi dedico unicamente ai titoli inquadrabili più o meno come "retrogaming", lasciando èer esempio fuori gli ottimi episodi di LEGO Indiana Jones, decisamente più recenti.

Indiana Jones and the Temple of Doom (1985)

Ammettiamolo: trovare un gioco decente basato su Indiana Jones pubblicato su sistemi a 8 è un pochino dura. A partire da Raiders of the Lost Ark per Atari 2600 (1982) per arrivare a Indiana Jones and the Lost Kingdom per Commodore 64 (1984), ci troviamo davanti una sfilza di giochi non propriamente memorabili. Su questi sicuramente spicca il primo videogame da sala giochi basato sull'amato archeologo, ovvero Indiana Jones and the Temple of Doom, ovviamente collegato all'omonimo film noto in Italia come Indiana Jones e il tempio maledetto.

Sviluppato da Atari Games in collaborazione con Lucasfilm, il gioco è effettivamente capace di riprendere bene personaggi e ambientazioni del film condendo il tutto con una buona dose di mugugnante parlato digitalizzato (male), che per l'epoca faceva la sua buona figura. Abbastanza complesso per essere un gioco da sala, questo tie-in ci chiede di esplorare in lungo e in largo il suddetto tempio liberando bambini e distruggendo altari sacrificali, il tutto ovviamente facendo pieno affidamento sulla fidata frusta di Indy. Non mancano sequenze sui carrelli da miniera, che qui fungono da pratico mezzo di trasporto. Il gioco ha anche ricevuto alcune valide conversioni per sistemi da casa, tra qui quelle dirette a Commodore 64 e NES.

Indiana Jones and the Last Crusade (1989)

L'uscita del film Indiana Jones e L'ultima crociata ha rappresentato un importante punto di svolta per i videogame basati su Indy: ecco infatti che Lucasfilm Games entra in gioco direttamente occupandosi della creazione del sontuoso Indiana Jones and the Last Crusade: The Graphic Adventure, avventura grafica basata sul sistema di controllo SCUMM già utilizzato negli splendidi Maniac Mansion e Zak McKraken Vs The Alien Mindbenders.

Il risultato è una splendida avventura punta-e-clicca che segue pedissequamente le vicende del film, disseminandole di passaggi aggiuntivi e introducendo un'ampia gamma di situazioni ed enigmi che mettono alla prova l'astuzia del giocatore.

Uscita su diversi personal computer a 16 bit dell'epoca, tra cui Amiga, Atari ST e PC, l'avventura grafica è stata inoltre affiancata da Indiana Jones and the Last Crusade: The Action Game, gioco d'azione più canonico (e meno riuscito) pubblicato sempre nel 1989 su una più ampia gamma di piattaforme, tra cui ZX Spectrum e Commodore 64.

Da notare che mentre questo specifico titolo è anche uscito per NES, un secondo gioco basato su L'ultima crociata (ma sviluppato nientemeno che da Taito) arriva l'anno successivo sempre sulla console Nintendo, risultando decisamente migliore.

The Young Indiana Jones Chronicles (1992)

Oltre alla ben nota serie di film, Indiana Jones è stato anche protagonista di un telefilm che racconta le sue avventure da giovane, prima di diventare il famoso archeologo. Non propriamente una serie memorabile (sebbene ammetto di averla tutto sommato apprezzata), The Young Indiana Jones Chronicles (Le avventure del giovane Indiana Jones da noi) ha dato vita a un interessante tie-in sviluppato da Jaleco e pubblicato nel 1992 in esclusiva per Nintendo NES.

Alla fine parliamo di una sorta di "Castlevania con Indiana Jones" in cui però, per motivi di trama, le fruste scarseggiano, sostituite da pugni, granate e fucili. Un videogame che tutto sommato riesce a rendere Indiana Jones meglio di altri suoi colleghi, coinvolgendolo in diverse situazioni tratte direttamente dalla serie TV e proponendo un tasso di sfida abbastanza elevato. Sorprendentemente valido e anche tecnicamente notevole, coi suoi sprite ben definiti e parecchie animazioni per questo giovane Indy.

A onor del vero, un po' come successo per Star Wars, sembra proprio che Lucasfilm avesse una predilezione per Nintendo (o più probabilmente buoni accordi), dal momento che anche il successivo e antologico Indiana Jones' Greatest Adventures (sviluppato da Factor 5) è uscito in esclusiva per SNES. Un gioco sicuramente intrigante, seppur afflitto da un level design un tantino dispersivo che limita un po' il divertimento.

Indiana Jones and the Fate of Atlantis (1992)

Il 1992 vede anche la seconda (e purtroppo ultima) avventura grafica firmata da Lucasfilm Games dedicata a Indy. In assenza di un quarto film, il team di sviluppo crea una trama inedita spedendo il professor Jones dritto verso il continente perduto di Atlantide, affiancandogli personaggi creati appositamente per il gioco, come l'avventuriera Sophia Hapgood. Il risultato è quella che viene ritenuta una delle migliori avventure grafiche mai realizzate, nonché probabilmente il più amato videogioco che ha Indy come protagonista.

Pubblicata unicamente su personal computer a 16 bit, l'avventura grafica è nuovamente affiancata da un gioco più squisitamente d'azione (stavolta pubblicato con lo stesso identico titolo) arrivato su un ventaglio di piattaforme più ampie, comprensivo di computer a 8 bit come il Commodore 64. Stavolta si tratta di un action-game con visuale isometrica sviluppato (purtroppo) da U.S. Gold, caratterizzato da una continua esplorazione di ampi livelli un tantino troppo vuoti e da una resa grafica non proprio riuscitissima. Insomma, meglio concentrarsi sull'avventura grafica.

Indiana Jones and the Emperor's Tomb (2003)

L'affermazione delle tre dimensioni nei videogame coincide con la perdita di popolarità di Indiana Jones, che dopo L'ultima crociata scompare dai cinema. Non per questo i videogame basati su Indy smettono di arrivare: dal 1999 al 2009 arrivano infatti tre videogiochi d'avventura in terza persona che assomigliano non poco a un certo Tomb Raider, offrendo risultati altalenanti e mai del tutto esaltanti. Della tripletta composta da The Infernal Machine, The Emperor's Tomb e The Staff of Kings scelgo a "rappresentanza" quello centrale, molto probabilmente il più riuscito.

Sviluppato dalla defunta The Collective per LucasArts (nuovo nome di Lucasfilm Games), il gioco è davvero molto simile a una delle avventure di Lara Croft, ponendo però maggiore enfasi sugli scontri corpo a corpo. II buon level design (che premia l'esplorazione) e le atmosfere varie e azzeccate bilanciano un'interpretazione di Indiana Jones stesso un tantino all'acqua di rose, priva tra l'altro delle fattezze di Harrison Ford.

Il risultato è comunque un gioco d'avventura ben fatto che esce su PC, PlayStation 2 e Xbox ottenendo discreti giudizi di critica (secondo me persino troppo severi) e un limitato riscontro di pubblico.

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Author: Ray Christiansen

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